venerdì 15 maggio 2015

"Alla bella Patria mia": storia di Emilio Castano, caduto sul Monte San Michele

L'ineffabile "centenario" della Grande Guerra, nonostante le quotidiane aberrazioni alle quali ci sta abituando, ha anche indubbiamente portato alcuni risultati positivi. Tra questi, vi è certamente la progressiva digitalizzazione di importanti archivi documentali, e la messa in rete di cospicui database, dai quali attingere informazioni che, in passato, erano di assai complessa reperibilità. L'interazione virtuosa tra questi fenomeni, peraltro, rende ancora più stimolante - e meno dispendioso - compiere ricerche a partire da scarni riferimenti testuali o iconografici: un nome, una fotografia, una firma.
La breve storia che qui vi raccontiamo, prende le mosse proprio a uno di questi indizi: una foto, e la dedica scritta su di essa.
"La famiglia Castano, con affetto": questa la dedica, scritta in bella grafia, apposta sulla foto cartonata ritraente un giovane ufficiale di fanteria. Grazie a una ricerca incrociata nei database dell'Istituto del Nastro Azzurro, negli Albi d'oro dei Caduti, e nell'archivio digitalizzato del Museo Centrale del Risorgimento, ecco tornare alla luce un'altra storia, mesta ed eroica insieme, di un ragazzo di cento anni fa.
Ritratto fotografico di Emilio Castano realizzato dallo studio "G. Bronzini - Novara". Collezione privata dell'Autore.
"Alla bella Patria mia": storia di Emilio Castano, caduto sul  Monte San Michele.

Emilio Castano nasce a Novara il 3 luglio del 1894, da Giuseppe e Aurelia Garzolani. Della sua gioventù, in assenza di documenti, non può dirsi molto, se non che essa trascorre in quel di San Pietro Mosezzo, piccolo comune della campagna novarese, proprio sul confine tra Piemonte e Lombardia. Qui Emilio cresce insieme ai tre fratelli (Luigi, Francesco e Antonio) e alle sorelle (Erminia, Angiolina e Maria), fino a quando, terminate le scuole primarie, è ammesso, con buona probabilità, presso il Convitto Nazionale "Carlo Alberto" di Novara, ove frequenta il ginnasio ed il liceo (1). Dopo il diploma, è ammesso al Nobile Collegio Caccia di Novara, e si iscrive alla facoltà di medicina e chirurgia dell'Università di Torino (2). Da queste notizie i suoi studi, si può ragionevolmente trarre che la famiglia di Emilio Castano godesse di una certa agiatezza economica, se non anche di ascendenze nobiliari (3). La circostanza che egli fosse uno studente universitario, consente di dedurre (stante il fatto che, nel settembre del 1914 egli iniziava il suo primo anno di università) che, al momento della chiamata della sua classe di leva, nel corso del 1914, il giovane abbia richiesto il differimento dell'entrata in servizio. Castano, pertanto, sarebbe stato effettivamente chiamato alle armi solo con la primavera del 1915, in ottemperanza alle disposizioni sulla mobilitazione generale. Arruolato e assegnato alla fanteria, è scelto per frequentare i corsi per allievo ufficiale e, dopo la nomina al grado di sottotenente è destinato, con buona probabilità, al deposito del 24° Reggimento Fanteria della Brigata "Como", di stanza proprio a Novara (4). Sempre inquadrato in tale reparto, presumibilmente, raggiunge la linea del fronte. 

Dettaglio del ritratto fotografico. Collezione privata dell'Autore.
Nei mesi seguenti, Emilio Castano è tuttavia trasferito al 30° Reggimento Fanteria della Brigata "Pisa". Questa brigata, praticamente sin dalle primissime settimane del conflitto, si trova ad operare nel settore del medio-basso corso dell'Isonzo, e in particolare alle pendici sud-occidentali del Monte San Michele. Nel corso dei mesi, i campi di battaglia coi quali i fanti della "Pisa" debbono quotidianamente confrontarsi sono quelli - tristemente noti - di San Martino del Carso, di Bosco Lancia, e, soprattutto, di Bosco Cappuccio. A partire dal novembre del 1915 (nel quadro della 4^ Battaglia dell'Isonzo) tra gli obiettivi principali dei diuturni sforzi dei fanti della "Pisa", vi è la posizione detta "il Groviglio", e, in particolare, un suo saliente, il cosiddetto "Dente del Groviglio".

Posizione del "Dente del Groviglio" rispetto al Bosco Lancia e al Bosco Triangolare.
Dopo una breve pausa trascorsa in zona di riposo a cavallo del Capodanno, la Brigata "Pisa" ritorna in linea, sempre nel medesimo settore, il 13 gennaio del 1916. Nelle settimane seguenti al suo ritorno in linea, i fanti della "Pisa" sono quotidianamente impegnati in uno stillicidio di brevi azioni, colpi di mano, pattugliamenti logoranti quanto sanguinosi. 
Al contempo, con l'inizio del 1916, la situazione complessiva del conflitto si presenta in vantaggio per gli Imperi Centrali: ridotta temporaneamente a mal partito la Russia, entrata in campo la Bulgaria, anche le prime fasi della battaglia di Verdun non vedono sostanziali successi per le armate Franco-Inglesi. Il Comando Supremo italiano, allo scopo di evitare che forze austro-ungariche siano trasferite sul fronte occidentale - ove potrebbero dar man forte ai Tedeschi, agendo su Verdun - concepisce dunque una vasta "azione dimostrativa" (ma pur sempre essenzialmente dimostrativa), per tenere impegnato il nemico sulla fronte meridionale. L'azione è affidata alla Seconda e Terza Armata, e scatta, dopo due giorni di bombardamento, il mattino del 12 marzo.

Sul tratto di fronte occupato dalla Brigata "Pisa", l'azione è affidata in via prevalente al 29° reggimento, mentre il 30° - quello in cui si trova inquadrato Castano - si mantiene sulla difensiva in retroguardia. Tuttavia, nella serata del 15 marzo, la situazione assai critica per il 29° reggimento richiede che aliquote del 30° reggimento siano inviate di rincalzo. Tra queste, anche la 6^ compagnia del II Battaglione del 30° reggimento : al comando di uno dei plotoni di essa, vi è il sottotenente Castano. Quando è ormai calato il buio, la compagnia esce dalle trincee: l'obiettivo è, ancora una volta, il Dente del Groviglio. I fanti attraversano il terreno sconvolto di Bosco Cappuccio, e tentano, infine, l'assalto al Dente. Emilio Castano, al comando del suo plotone, riesce a raggiungere l'obiettivo assegnato, ma poco dopo cade colpito da una fucilata alla testa. La posizione, comunque, dovrà poi essere abbandonata. Le spoglie del giovane ufficiale sono recuperate, e inumate nel cimitero di guerra di Sdraussina, noto come cimitero dei caduti del San Michele. Alla sua memoria, è conferita la Medaglia d'Argento al Valor Militare, con la seguente motivazione:  
"Sotto l'intenso fuoco nemico, riusciva più volte a riordinare e rianimare il plotone, fino a portarlo brillantemente là dove gli era stato comandato. Raggiunto lo scopo, cadeva eroicamente, colpito in fronte. - Dente del Groviglio, 15 marzo 1916."

Qualche giorno dopo questi avvenimenti, il cappellano del 30° Reggimento fa pervenire alla famiglia Castano una lettera, scritta dal loro Emilio solo tre giorni prima di perdere la vita. Il giovane ufficiale, presago degli eventi sfortunati che sarebbero seguiti di lì a poco, prende coraggio e decide di accomiatarsi dai suoi cari, indirizzando loro un'ultima missiva, che poi - secondo una pratica alquanto abituale tra gli ufficiali - consegna al cappellano del reggimento, con preghiera di farla recapitare in caso di sua morte. E' una lettera che tocca corde assai intime, e che forse non ci sentiremmo di divulgare sul web, se non fossero stati proprio i destinatari, i signori Castano, a decidere in tal senso (2). Non sappiamo, non possiamo sapere con quale animo Emilio Castano si fosse accostato al tema dell'intervento in guerra, e, soprattutto, con quale spirito egli avesse accolto la chiamata alle armi e i lunghi e durissimi mesi di trincea. Quello che sappiamo, è quello che lui ha voluto lasciare al mondo, prima di congedarsene: una lettera che è un inno d'amore cose più care della sua vita. La famiglia, la religione, e - per quel che qui più interessa - la sua "bella Patria". Prima di lasciarvi alle sue parole, dopo le quali ogni commento sarebbe fuori luogo, vi invitiamo solo ad immaginarvi, in una mattina primaverile, un ragazzo di ventidue anni, mentre scrive una lettera appoggiato alla sua cassetta militare.
 Emilio Castano, s.ten. del 30° Regg. Fanteria. Fotografia tratta dall'archivio del Museo Centrale del Risorgimento in Roma.
"12-III- ore 9
Amati miei genitori, fratelli e sorelle,
l'ora che volge può essere l'ultima di mia vita. Non posso affrontare i pericoli imminenti senza prima dirvi due parole, senza prima esprimervi ciò che sempre ho taciuto. Momenti di estrema angoscia ho provato lontano da voi, nei momenti gravi ho invocato il vostro santo nome, come unico mio conforto, vi ho baciato teneramente nelle ore di solitudine e di quiete, di tempeste, di dolce nostalgia, sempre vostro è stato il mio cuore, per voi, santi miei genitori, ho sperato sempre sempre; anche ora spero, per quante poche sono le probabilità di uscirmene incolume, per te babbo mio che tanti anni belli di tua vita hai dato per la mia educazione, per vedermi felice, contento di essere tuo figlio. Quali parole io debbo mettere per esprimerti il mio amore, la mia eterna riconoscenza. Dimmelo tu? Non so esprimermi: le lacrime mi oscurano la vista, il mio cuore sussulta, la mia persona trepida e scompare, rimane la figura del mio buon vecchio; lo vedo davanti, palpitante d'immenso affetto, mi getto su di lui e lo tempesto di baci; è mio babbo, è l'uomo più grande del mio cuore, e di mia vita. 
Per te mamma spero ancora. Oh! la mia santa mamma! Se tu sapessi quante volte t'ho sognata, nelle terribili notti passate a pochi metri dal nemico, passate sotto l'infernale fuoco delle artiglierie! Non sentivo più niente, ogni dolore scompariva; ti sognavo vicina a me sempre buona, sempre cara, ti sognavo ovunque. Mamma! Mamma! Mamma! Quando sono partito da casa non piansi; il pianto forse sarebbe stato uno sfogo, un conforto; no impietrai. Non un'ora trascorsi senza che il mio pensiero volasse a te, senza che la mia pupilla s'inumidisse. Quante volte ho nascosto le lacrime davanti ai miei soldati, quante volte esternamente ho sorriso ed internamente ho sanguinato. Coraggio mamma mia, coraggio, se sarò caduto tu pregherai ancora per me, per il tuo Emilio che tanto bene ti ha voluto sempre, ovunque immensamente. 
Addio, fratelli[:] Antonio che non sai, Luigi che soffri tu pure, Francesco che trepidi. Addio, Dio conceda a voi miglior fortuna, Dio vi assista e vi dia forza di affrontare il terribile avvenire. Ricordatevi che voi avete il dovere di consolare i nostri cari, di occupare anche il mio posto, di colmare il vuoto nel cuore grande di Papà e Mamma. Addio sorelle[:] Erminia, Angiolina, anime elette che per me sempre avete avuto affettuose premure, che siete vissute alla scuola d'affetto della nostra cara famiglia; quante volte allorchè in umido fosso, immobilizzato per necessità di vita, per istinto della propria esistenza, di tutto privo, il mio pensiero correva anche a voi che sempre, generosamente, mi prestavate le vostre cure fraterne. Abbiate sempre un ricordo anche del vostro povero fratello. A tutti parenti e amici con cui condivisi giorni felici il mio saluto, commosso e riconoscente. Al caro nipotino che sempre mi ha ricordato, lascio quello che di più sacro tengo, la mia sciabola ricordo dello Zio, caduto compiendo il suo dovere nella seconda guerra di indipendenza per l'onore d'Italia, contro il secolare nemico. 
Alla bella Patria mia, che amai bambino, che giovane apprezzai, per la vittoria dei giusti diritti della gente nostra, consacro la mia verde età, i miei studi, i sentimenti dell'animo mio. Prego Maria ad instillare nel caro bambino suo i sentimenti del suo povero Zio, unica eredità che egli possa giustamente lasciare. A Maria, alla bella famiglia nascente, lascio il mio ricordo coll'affetto grande che per Lei e parenti suoi ho sempre nutrito. 
A tutti forza e coraggio. Ricordo a Papà e Mamma che mio desiderio vivissimo è che nessun pianto, nessuna lacrima accompagni la santa volontà della Provvidenza Divina, in cui sempre ho creduto, nella fede cristiana cattolica in cui desidero morire, conforme ai miei sentimenti e a quelli della famigia mia. Ricordo a Papà e Mamma che altre persone, fratelli e sorelle a loro ugualmente care, hanno il diritto che essi si conservino al loro affetto. Coraggio tutti. Se veramente mi volete bene, dimostratemelo coll'accettare serenamente le decisioni della Provvidenza Divina. Coraggio carissimi, siate forti, e gridate con me: viva la nostra cara famiglia, viva la santa Fede nostra, viva l'Italia.
Per informazioni rivolgersi al Cappellano militare 30° Fanteria cui affido questa lettera mia, rivolgersi Comando 6^ Compagnia.
Baci, baci, baci, baci vivissimi.
Vostro sempre, eternamente carissimo Emilio."
A cura di Niccolò F.
NOTE

(1) Dal dato, certo, della sua successiva iscrizione all'università, si desume, stante l'ordinamento del tempo, il fatto che egli avesse compiuto gli studi classici.
(2) Notizie intorno alla sua carriera universitaria (nonché sul fatto che fosse un convittore del Collegio "Caccia") si traggono dall'Annuario della Regia Università di Torino per l'anno accademico 1914-1915, p. 259.
(3) Il Nobile Collegio Caccia, da secoli, era il luogo formativo della nobiltà e del notabilato del contado di Novara.
(4) Tale dato si desume dalla fotografia cartonata da cui è scaturito questo articolo, nella quale si nota distintamente che Castano porta mostrine di tinta chiara, e monocolore: dal fatto che proprio a Novara fosse di stanza il 24° Regg. Fant. (contraddistinto dalle mostrine azzurre) si è identificato il reparto.
(5) la "copia conforme" della lettera - come attestato dal segretario comunale di S. Pietro Mesozzo - fu inviata al Comitato Centrale per la Storia del Risorgimento in Roma, che tuttora la custodisce nei propri archivi, recentemente digitalizzati.

BIBLIOGRAFIA
Annuario della Regia Università di Pavia per l'anno accademico 1915-1915, Torino, 1915.
Riassunti Storici dei Corpi e Comandi nella guerra 1915 - 1918 , Roma - Libreria dello Stato;
M. Ceola, Guerra nostra 1915-1918, Milano, 1933;
G. Reina, Noi che tignemmo il mondo di sanguigno, Bologna, 1920.

martedì 5 maggio 2015

Mario e Maria - Lettere d'amore di un bersagliere del 59° Battaglione

Quella raccontata da queste lettere è una storia d'amore e di guerra. I protagonisti sono Mario, sergente maggiore del 59°Battaglione bersaglieri, e Maria, una giovane ragazza.
Purtroppo le lettere giunte a noi sono solo una piccolissima parte di quelle inviate da Mario, però ci permettono di capire bene l'animo di questo giovane ragazzo che, oppresso da un senso di solitudine in mezzo al marasma della guerra, risponde ad una lettera scritta che la signorina Maria aveva scritto ad un suo commilitone probabilmente caduto in combattimento:


Z.d.G. 23-4-1917

Sublime Sig.na Mariuccia

L’altro ieri fui in possesso della sua pregiatissima letterina, la quale mi apportò gioia e assicurazioni inaspettate. La ringrazio infinitamente. Grazie suo pensiero si tanto gentile!...
Sabato sera assistendo allo spoglio della corrispondenza, mi capitò fra le mani la sua sublime letterina indirizzata ad un valoroso bersagliere.
Io attesi qualche scritto dalla mia cara famiglia, ma invano e non ricevendo posta dai miei cari, trovai un certo diritto di aprirla, essendo io in certo qual modo valoroso, fregiato di 5 medaglie di cui tre al valore. L’aprii e mai più credevo di trovare un si conforto, perché trattandosi di una sconosciuta, mai più speravo di trovare simili buone espressioni patriottiche, esortatrici al bene. Naturalmente, io povero giovane solo con papà, mamma e sorella, mi feci subito dei concetti i quali illudono che con questa buona occasione mi posso procurare una buona amica e che se il destino vuole a guerra finita potremmo incontrarci; giacchè non sono tanto lontano dal suo paese. Sono esultante di gioia e spero in bene.
Perdoni se mi sono permesso certe confidenze.
Io ne sono riconoscentissimo e da queste vette Tridentine ricambio, inviandovi salutissimi e ringraziamenti per la sue preghiere fervide che a noi rivolge.
Voglio sperare che il ns. buon Dio ci appaghi tutti i desideri; e che faccia ritornare pure illeso suo fratello il quale combatte anch’esso per la grandezza d’Italia.
Presto gli scriverò di nuovo e le dirò tutto, chi sono, le mie occupazioni ecc. Scusi al mio ma scritto ed ai miei errori, qui in trincea si hanno poche comodità.
Sono in viva attesa di un suo scritto, ho molto piacere di aver trovato o meglio incontrato sua conoscenza.

 A chi avesse scritto Maria non è dato sapere, forse era una delle tante madrine di guerra che aiutavano a sostenere il morale dei tanti giovani al fronte.
Le vette trentine di cui parla sono quelle della zona di Caoria. Il LIX° Battaglione bersaglieri è infatti inquadrato, essendo parte del 13°Reggimento bersaglieri, nella 56°Divisione che occupa a fine marzo del '17 la zona di cima Paradisi e, più precisamente, le seguenti posizioni: q.2099, q.2354, q,2212 e la località denominata “Cappello da carabiniere”.
Questa prima comunicazione sortì l'effetto desiderato e così il nostro Mario ricevette, solo 6 giorni dopo la sua lettera, la risposta della gentilissima Mariuccia:

Zona di G. 4 Maggio 17

Carissima mia Mariuccia

Infinitamente la ringrazio per la sua graditissima letterina 29 aprile.
Non ho parole, né frasi, abbastanza efficaci per esprimergli la mie idee ed i miei ringraziamenti.
Io fin da quando ricevetti la sua prima letterina, ne sono felice ed entusiasta, così m’acculco grandi illusioni, nella mia amica buona tanto buona, la quale m’aspira seri concetti, che se il destino sarà, forse o senza forse…un giorno si potrà…rendendoci felici. E’ vero?....
Dalla sua graziosa letterina, non posso fare altro rivolgervi elogi per le sue serietà.
Desidero tanto di saperla nei suoi dati anagrafici, onde poter farmi un preciso e reale concetto sulla mia aspirazione, onde ricambiare tutti i particolari.
Grazie del suo pensiero si tanto gentile di applaudire tutti i figli della patria.
Per le lodi ne confermo pienamente il suo bel ideale. Dalla sua preg.ma apprendo tante belle cose, però mi favorisca non parlarmi più d’eroismo valore ecc. ecc. Io sono tanto poco vanitoso, preferisco molto di più la vita modesta, eppoi ci tengo tanto poco!.....
Penso piuttosto ai miei famigliari e alla mia futura, forse!.....ma!...spero!....Tutto sta nelle sue bontà e nelle ns. idee prefisse ad un solo avvicendamento.
Basta spero presto di poter fare sua conoscenza di presenza così ci emanciperemo viva e positiva simpatia.
Ardo dal desiderio che venga appagato il suo fervido voto la……..pace
La mi perdoni se colla presente ho lanciato qualche parola troppo esaltativi, ma che vuole io non sono capace di  fingere; quando mi sento bisogna che lo esterno, sono sempre stato così coi miei.
Di già che ho avuto la fortuna di essere in possesso della sua cara lettera non mi faccia più soffrire, mi dica chiaramente chi è?.... ed io vi comunicherò tutto a mio riguardo.
Termino di scrivere, un’altra volta sarò più parco nelle espressioni.
La saluto caramente, Aff.mo Mariuccio

P.S. Attendo un suo scritto la credo tanto buona che mi appagherà

Già in questa lettera è interessante notare la richiesta di evitare le retoriche di eroismo che inondavano il fronte interno. Mario ha bisogno di qualcuno che lo distolga dagli orrori che vede ogni giorno, ha bisogno di sapere che qualcuno oltre alla famiglia pensi a lui.
Questo si nota bene nella lettera che scrive qualche mese dopo:

Zona di Guerra 17 Giugno 17

Carissima Mariuccia
Troppo mi fece soffrire questa volta, attesi, attesi e dopo lunghissime giornate di pensieri  e sospiri, di vane attese, finalmente oggi ho ricevuto la sua gentile cartolina con letterina.
Quanto ne sono grato!..... Arso dal desiderio aprii la bella letterina la quale mi colmò di gioia al leggere le sue dolci e confortanti paroline, le quali mi placarono subito l’agitazione e lo sconforto di vedermi dimenticato dalla mia carissima amica, di cui a Lei sola fido il pensiero, il mio affetto sincero, il quale c’è acceso e divampa ardendo per lei piano, piano, ma forte e positivo, di che non posso nascondere il puro amore che sentomi verso di lei divenuto non dall’ignoto, ma dalla caratteristica dei suoi lucidi ed ammaglianti scritti.
Peccato che non posso fare conoscenza di presenza subito, perché sino al mese di Novembre non posso venire in licenza, spero però di una Vittoriosa pace prossima così almeno potrò recarmi costì a fare un sopralluogo dandogli le mie aspirazioni.
Non ho parole ne frasi sufficientemente efficaci per esternarle i più sentiti ringraziamenti per i sublimi fiori acclusi nella sua preg.ma letterina, i quali li conservo come balsamo e come pegno di blanda affettuosità della….cara Mariuccia.
Da un po’ di giorni sono in trincea al mio posto di combattimento.
Grazie infinite per le sue preghiere e fidando nel ns. buon Dio come fido in Lei sono ben sicuro che m’aiuteranno nei momenti di maggior pericolo.
Oh!...se potessi averla un momento vicino per dimostrarle tante cose e poterla conoscere; però se volesse potrebbe accontentarmi nella mia richiesta mandandomi la sua bella effige in fotog. che sarebbe garantita d’ogni eventuale responsabilità sulla mia parola d’amore: Via sia buona!......mi faccia questa grazia.
Perdoni se ho espresso qual che parola un po’ pretendente o forse esaltata, ma che vuole quando ad una persona incomincia a volerci bene bisogna anche essere sinceri col dirle tutto, tutto. Non è vero?..
Chiudo questa mia perché esigenze di servizio mi vietano la continuazione, ma se avessi tempo vorrei finire più, stando a Lei legato per sempre con pensiero e più col caldo cuore. Le invio salatissimi affettuosi e cordiali, augurandovi un mondo di bene e di tante belle cose e che il ns.buon Dio ci appaghi tutti i suoi desideri.
Se non le arreca disturbo mi scriva presto e gradirò se vedrò i suoi scritti, con carissimo invece di pregiatissimo, così pure affezionatissima invece di devotissima, perché non ho pregi da portarmi così altamente, oggi sono soldato d’Italia e domani posso essere un libero cittadino.
In attesa di un suo scritto e d’essere esaudito nelle mie preghiere per la fotografia la ringrazio anticipatamente e nuovamente la saluto
Sua aff.mo
Mariuccio

Mi permetto di inviarle un caldo bacione sulla fronte
Mariuccio
Ciao

I toni, sebbene sempre dandosi del lei, cominciano ad essere più confidenziali e, nel nostro Mario, sorge anche la voglia di vedere colei a cui pensa nei momenti di calma in trincea e, forse per invogliarla a fare altrettanto, allega alla seguente lettera anche una sua istantanea che è fortunatamente giunta fino a noi:

Z.d.G. 2 Luglio 1917

Carissima Mariuccia
Sempre col pensiero rivolto a Lei, ricordandola con vivo e sincero affetto, proprio come se fossimo vecchi…..amici; le invio la presente per dimostrarle il mio fermo intendimento positivista.
Sentitamente la ringrazio per le gradite letterine, peccato che colla penna sono incapace di esternarle i miei pensieri, la gratitudine e l’affetto puro verso di lei, persona che non conosco personalmente, ma che si riscontra dai sui scritti, gradita, corretta e ben educata.
Di ciò me ne congratulo di avere trovato una si cara…..vorrei dire un Angelo puro, un balsamo di compagnia per la mia povera vita, che come tante altre si logora su queste alte vette, ancor imbiancate.
Quanta felicità quando ricevo un suo scritto, anche fra i compagni mi si legge in viso la gioia, la contentezza che dal profondo del cuore si innalza, di cui a gran stento riesco a mascherare.
Desidero sapere il perché, come disse nella sua recente letterina che passa dei giorni tristi, se la crudele distanza non ci separasse così tanto, vorrei starle vicino al suo bel fianco e consolarla, stare avvinchiati fin che dura la nostra esistenza.
In riferimento alla sua pregiata nella frase riguardante il bamboccio, io lo sono ancora adesso e ne sarei felicissimo se mi concedesse la sua mano, così due bei bambocci sposandosi, formerebbero una bellissima coppia!
Spero nel destino?........
Almeno finisse presto la guerra e allora si forse potrò realizzare il mio dolce sogno, poter portare al mio fianco la deliziosa e tanto gentile Mariuccia al mio paese, l’addove si potrebbe trascorrere una vita beata tranquilla in mezzo alle ns. occupazioni con un paio di marmocchietti. E’ vero?......

In merito alle scuole non ci credo ch’abbia fatto soltanto la V° classe, perché i suoi scritti rivelano troppa evidenza di aver fatte le scuole superiori, sono molto più chiare e ben composte delle mie.
Qui unito le invio un ordine reggimentale d’una mia recente premiazione credo le farà piacere.
Inoltre invio una piccola fotografia fatta da un mio compagno.
Pel momento non posso fare di più, comprenderà benissimo che in queste località non tanto facile si trovano fotografi, vuol dire che alla prima occasione ne invierò una più grande, più a modo.
Sono in ansiosa attesa della sua, speranzoso di essere accordato, ringraziandola anticipatamente la saluto caramente.
Suo aff.mo Mario

Perdoni al mal scritto e gli errori Mariuccio

Ed eccolo, qui di seguito, il nostro Sergente Maggiore che, sebbene ignoto nel cognome, adesso ha finalmente un volto:



Il tempo passa e il reparto è sempre schierato sulla stessa linea ma sempre in movimento cosa che, come si nota nella seguente lettera, crea problemi di consegna della corrispondenza:

Z.d.G. 24-9-17

Carissima Signorina Mariuccia
Finalmente dopo tanto ho potuto avere il necessario e un momento di tregua per compilare e inviarvi questa mia.
Voglio sperare che goda sempre florida salute al pari di mè, sebbene da parecchi giorni soffro privazioni e abnegazione in modo indescrivibile, quando ritornerò ci esternerò tutto.
Da diversi giorni il pensiero sempre a Lei rivolto costantemente mi tormentava perché impossibilitato trovar un momento di tregua per comunicarle mie notizie.
Mariuccia la credo tanto buona, che mi perdonerà questo mio lungo ritardo causato da forza maggiore e non da pigrizia.
Da parecchio tempo sono privo di sue nuove, perché?.. Attendo vivamente notizie.
Soffrii tanto, tanto in questi giorni per le continue aspre fatiche, ma creda non ho sofferto di meno a non poter ricevere e inviarvi scritti. Forse credo di riceverne in ritardo suoi, causa i continui spostamenti, certamente saranno successi chissa quanti disguidi Postali. Appena sarò in possesso di qualche suo dolce scritto glielo farò subito noto.
Attendo tante, lunghissime lettere floreali di cui traggo si tante dolcezze e voluttà.
In questo momento ho ricevuto corrispondenza da casa fra cui la promessa fotografia, era un mese che n’ero privo. Tanti pensieri tristi!.. Quanti pericoli ho scansato. Il nostro buon Dio mi protegge durante queste azioni offensive in modo incredibile, quanti e quanti miei compagni e subordinati trovarono la morte su questi campi di battaglia coprendosi di gloria per la grandezza della cara Patria.
Sono felicissimo di aver ricevuto nuove dai miei famigliari buone e altrettante buone ne desidero sue.
Ora mi trovo a riposo (speriamo di stare un bel po’) ho tanto lavoro a riassettare tutte le mie cosucce personali, d’ufficio e dei miei subordinati (ciclisti, scritturali, telefonisti, eliografisti, teleferisti, ecc. ecc.. Se questo riposo sarà un po’ duraturo potrò rigodere un altro pochino di tranquillità.
Invio mia fotografia ricordo, fatta ad Asti fin da quando mi trovavo per la formazione nel glorioso 13° Bersaglieri – 25-2-916.
Pel momento non ho altro da dirle per iscritto, vorrei essere di presenza per comunicarle tante, tante mie cosette personali, confidenze da fratellino alla carissima mia sorellina minore. Speriamo nella prossima vittoriosa pace così realizzeremo i nostri agognati sogni beati.
Riceva salatissimi e tanti bacioni
Sua aff.mo
Mariuccio

Desidero ardentemente suo dolcissimo lungo scritto. Se la mia fotografia non gli fosse gradita avrà la cortesia di rendermela
Di nuovo saluti
Mario

Ed arriviamo alla infausta data di Caporetto. Questa lettera è stata inviata proprio il giorno dello sfondamento e, in questo caso, suonano beffarde le parole sulla prossima pace.
Ma in questa lettera Mario si espone con tutto il suo amore. Finalmente ha ricevuto la fotografia della sublime Mariuccia e arriva anche a parlare di matrimonio! E' sempre bene ricordare che, fino ad ora, non si sono ancora mai incontrati fisicamente, come auspica Mario in tante sue lettere:

Z.d.G. 26-10-1917

Mia carissima Mariuccia tesoro sublime!..

Graditissimi sempre mi giungono i suoi carissimi scritti, la ringrazio e ne sono riconoscente, peccato che pel momento non posso fare altro che contraccambiare con sincera affettuosità. Se gli occorre qualchecosa lo significhi, ed io di quanto dispongo nell’attuale momento, ne sarò orgoglioso di poter servir di tutto quanto mi esprimerà un minimo suo desiderio. Se la benedetta guerra finisse presto e la fortuna mi arridesse di ritornare incolume, allora sì, come già le dissi altre volte, se le nostre idee si incontreranno, se le ns. simpatie saranno reciproche come ora per corrispondenza, gli potrò domandare la sua gentilissima mano. Quale felicità!... sarebbe per me un giorno ad aver la fortuna di donargli il mio povero cuore, ed io possedere il suo?....
Non ne parlo più altrimenti mi confondo, mi pare di sognare, guardando la sua bellissima effige, sto pensando quale destino mi portò fra le braccia di un si caro Angelo!... Fido in Lei come sono fiducioso del buon Dio.
Spero venga presto il momento in cui i ns. cuori si fonderanno e da noi sarà usato il linguaggio d’amore, il dolce cifrario degli innamorati.
Spero tutto bene!....che ne dice?.....
Qui in trincea sotto il candido tappeto nevoso, se non trascorro un po’ di tempo pensando a Lei e ai miei cari!....come debbo sfruttare la noia?....così la godo anch’essa, ai dolci sogni i quali un giorno credo diverranno realtà. Se la mia buona ed eccelsa Mariuccia è sublime come la rappresenta bene la sua fotografia, non mi sono ingannato di chiamarla un Angelo per le sue ottime qualità.
Mille grazie dei suoi graditi auguri.
Per L’Ognisanti prossimo non farò a meno di rivolgergli calde preghiere anche alla sua buona mamma, in modo che vengano appagate le sue ultime volontà di rendere felice la famiglia.
In merito al tu, faccia come crede, naturalmente io intendevo solamente per corrispondenza, come mai un giorno mi trovassi in sua presenza dargli del tu?... questo verrebbe poi in seguito, se un ns. ufficiale fidanzamento si pronunciasse.
Gli auguro a Lei come ai suoi famigliari di godere sempre florida salute.
Le notizie da casa mia sono buone mi aspettano in licenza ma per esigenze di servizio non posso andare pel momento.
Cosa v’è di nuovo costì?... In attesa di un suo lungo scritto, la saluto caramente, perdoni alle mie aspirazioni e al mal scritto.
Riceva un caldo bacione sulla sua bella fronte e miriadi sulla bella boccuccia
Suo per sempre
Aff.mo Mariuccio
Ciao

Lo sfondamento ha un effetto domino su tutto il fronte ed anche il 13°Bersaglieri ne subisce le conseguenze e è costretto a ritirarsi dalle posizioni occupate fino a quel momento.
Il reparto si ritira prima sopra masi della Tognola, a sbarramento della Valzanca, ma poi è costretto dagli eventi a continuare il ripiegamento verso la Val Tognola e poi Caoria per arrivare, dopo svariate tappe, il 17 Novembre sulla linea Solarolo – Coll dell'orso – Casonet.
Tutto questo naturalmente non lascia molto tempo alla corrispondenza e solo al 5 di dicembre Mario riesce ad inviare una lettera alla sua amata. Lettera nel quale racconta tutte le sue vicissitudini e si rammarica perchè a causa degli eventi è saltata anche la sua, ormai imminente, licenza:

Z.d.G. 5-12-17

Tutta mia carissima Mariuccia buona!....... Apro a Lei il mio povero cuore!... Da un po’ di tempo non ricevo sue a me tanto gradite letterine, lo so; la colpa, credo non sia tutta sua, come non è tutta mia se non ho finora potuto fargli pervenire lettera. Ella tanto buona mi perdonerà vero?....... Deve sapere che dal 3 Nov. Mi son messo in marcia pel famoso ripiegamento, pur combattendo e cedendo il terreno a palmo a palmo infliggendo agli invasori sanguinosissime perdite, ma mi è stato purtroppo doloroso lasciare così umilmente, per forza maggiore, le vecchie ormai posizioni, bene sistemate.
Il giorno 16 Novemb. finalmente ci fermammo per aggrapparsi qui a queste nude rocce e l’attendiamo il vile venga avanti ancora se ha del coraggio e troverà nei nostri petti fieri scudi; delle mastodontiche colonne di granito che si spezzano ma non si piegano.
Già dai Bollettini avrà notato la ns. opera pel paese, noi fieri della 56°Divisione ne siamo orgogliosi di batterci su queste vette m.Grappa – Casonet – Pertica – Solarolo – Col dell’Orso ecc. giù si pugna.
Ora parliamo di noi, i miei famigliari non ricevettero corrispondenze mie per quasi un mese, Lei come le giunse la mia?.....quelle poche cartoline che le inviai (perché assolutamente non avevo tregua per inviarci lettere) contenevano tutto l’affetto sincero, tutta la più profonda simpatia, tutto l’ardente amore che si può svelare verso una persona che costantemente s’ama, s’adora. Peccato che colla penna sono incapace ad esprimergli tutto, tutto, tutto quanto avrei da dirle. Se almeno finisse presto questa guerra!.....bramo realizzare il mio agognato sogno.
Per rendere ancor più penosa la ns. lontananza ci volle anche la sospensione delle licenze, a pensare che se tutto procedeva come prima a quest’ora sarei prossimo a venire a Torino oppure a Courgnè, per effettuare la ns. conoscenza di presenza, così si sospira il ns. incontro. Forse Ella non sarà ancora fatta un concetto delle mie serie intenzioni se posso ritornare.
La sua salute la voglio sperare sempre florida al pari della mia, così pure famiglia sua tutta.
E suo fratello dov’è?......Che c’è di nuovo costì?..........
Io qui sto pochino bene, il freddo rigido è terribile, quanto ci fa soffrire!...poi siamo anche un po’n sudici, capirà non v’è acqua e la pulizia che tanto amo tocca trascurarla.
Spero di ricevere una sua bella come sempre letterina che mi apporti un po’ di felicità, tranquillità. Caramente la saluto e la bacio
Infinitamente suo per la vita
Aff.mo Mariuccio

P.S. Perdoni il mio mal scritto ed ai miei spropositi. Di nuovo saluti e infiniti baci, Mariuccio

Interessante notare come, probabilmente a seguito della mole di lettere da smaltire, questa sia passata indenne attraverso la censura militare che aveva il compito di cancellare tutti i nomi delle località.

A fine dicembre il 13° viene cambiato di fronte e si porta, a partire dal Natale del '17, lungo l'argine del Piave, nella zona di Capo Sile.
Finalmente, sistemata la situazione, si ritorna a parlare di licenze e, così, si avvicina anche la data del tanto agognato incontro. Tante sono le speranze di Mario, che si preoccupa anche di sapere se la famiglia di Mariuccia è a conoscenza della loro relazione:

Zona d’operazioni
14 Gennaio 1918

Mia carissima buona Mariuccia
Da un po’ di tempo volevo mandargli questa mia, ma le sempre continue ed assidue occupazioni me lo vietarono; ero dolente di non poter partecipargli mie notizie, forse a Lei si tanto buone, care.
Vivissimo piacere provai dalle sue care letterine, dalle quali sempre la seppi in buona salute.
Io l’unica soddisfazione che prova in trincea sul Piave, è quando mi arriva qualche sua letterina e qualc’una da casa, poi di costante collegamento vi è la sua bellissima da me idolatrata fotografia, segreto del mio povero cuore, soddisfazione incalcolabile è per me quando tutto solo (per attenermi a quanto Lei mi ha ordinato) la levo dal portafoglio, prima l’ammiro, la guardo e la riguardo, per poi portarla alle mie labbra e coprirla di caldi e sinceri bacioni pensando fra mè quando finirà?.... Ancor tanto debbo soffrire!....
Benissimo conosce i doveri e i sacrifici della ns. cara Patria, ma crede pure che una vita come questa, che da parecchi mesi conduco, stanca, quando poi si ha un amore come il ns. senza sfogo, con tutta passione ed ardore e non poter nemmeno fare conoscenza di presenza!.......
Spero fra poche settimane di raggiungerla costì, che ho molto bisogno di parlarle di presenza per diverse cose e allora se destino sarà ci metteremo perfettamente d’accordo sul da fare per l’avvenire.
Desidero sapere se i suoi famigliari sono a conoscenza di questa ns. relazione.
I miei già da un po’ gli scrissi in proposito illustrandone la sue ottime e squisite qualità, loro mi risposero essere contenti lasciandomi piena facoltà di risolvere.
Per conto mio come già le scrissi quando verrò in licenza se c’incontreremo di idee come c’incontrammo per corrispondenza sarò il giovanotto più felice quando potrò chiedergli la mano, basta ne riparleremo a Torino.
Caramente la saluto e fortemente la bacio suo per la vita Mariuccio

Il 22 il reparto viene dislocato, quale riserva divisionale, nella zona Gradenico – Cà Rosa – Cento che, a quanto si legge dalla seguente lettera, doveva essere vicino alle postazioni dell'artiglieria italiana:

Zona d’operazioni
24-2-1918

Sublime dolce Mariuccia
Stamane con vivissimo dispiacere ho ricevuto la sua letterina in data 18 corrente, dalla quale con amara sorpresa seppi ch’era priva di mie notizie.
Io ho già mancato, per esigenze di forza maggiore, non ho potuto inviarci lettera sino al giorno 17 u.s. e con questa mia le significavo le causa del mio ostinato silenzio. Temo sia ormai smarrita.
Ad ogni modo gli porto a conoscenza che sin dal mese scorso mi trovo sempre in trincea, a sospirare la mia prossima venuta in licenza (ormai addivenuta famosa è vero?..)
Qui i nostri grossi mastini, dei vari assortiti calibri tuonano con una costanza e violenza indescrivibile; sono in questo momento mentre in fretta gli scrivo intontito dai boati, vorrei dire quasi ebete, chissà Lei nella dolce calma quanti spropositi riscontrerà in questa mia lettera scribacchiata a mano agitata nell’attesa di scansare come capretti questi marmittoni soprannominati Augrut (parola mancante per buco nella lettera)
Per fortuna che il ns. buon Dio sempre m’aiuta, mi sorregge, mi salva, di questo ne faccio certissimo affidamento, qualche preghiera se che anche la mia buona Mariuccia me la rivolge, sicuro ne sono anche di questo, lo sognata l’altra notte nella sua camera che pregava per me, per la mia salvezza, mi parve di vederla, quale gioia che blando sogno, fu si dolce che vorrei sognarla tutte le volte che ho la fortuna di dormire.
Di grave a carico mio attualmente nulla vi è e nemmeno me ne attendo.
Finisco di scrivere perché insistentemente sono chiamato al mio dovere, speranzoso che le giunga presto la presente e che ne sia apportatrice di tranquillità.
Attendo presto una sua lettera lunga, lunga, dettagliata in tutte le novità in tutte le poche dolcezze che vi sono.
Anticipatamente la ringrazio, la saluto caramente Lei e famiglia, sperandola in floride condizioni di salute come sempre sono io
Di nuovo saluti e bacioni
Suo per la vita aff.mo Mariuccio

P.S. presto scriverò con più calma e a lungo, perdoni il mio malscritto Mariuccio

Ancora un mese è passato e non c'è aria di licenze, ma questo non fiacca lo spirito del nostro innamorato che oramai immagina già il giorno delle sue nozze:

Zona d’operazioni
9 Marzo 1918

Mia sublime Mariuccia!....
Sino d’ieri sera ero desideroso di una sua prelibata letterina e finalmente dopo tanto sospirare l’ho ricevuta, quanto mi fu dolce al leggere le sue blande ed esternate paroline dolci. Grazie buona Mariuccia!..... Lei comprende bene le mie privazioni!.... e sa bene confortarmi.
Quanto ne sono riconoscente non può immaginarlo!
Sono spiacente che per cause di forza maggiore dovetti lasciarla priva di mie notizie. Sebbene ora mi trovo ancora in trincea, ma ora ci siamo sistemati e se qualche imprudente cannonata non ci disturba abbiamo almeno qualche comodità.
Lieto che gli pervennero le mie lettere.
Ora non si fa altro che commentare la frase “Chissà quando andremo almeno in licenza…?”. Speriamo presto è vero?....
Credo che mi riceverà volentieri in casa sua da buon ospite!.... per qualche giorno, poi Lei di ricambio verrà a casa mia per….sempre
Quando sarà quel dolce momento che tutti soli, soletti, come due puri colombi in amore ci uniremo per la vita!.....quando lo sospiro
Allora si ci potremo parlare del nostro fortunato ignoto incontro, scambiarsi….dolce paroline d’amore e caldi bacioni, avremo tutte le piene libertà di amarsi teneramente per la vita, tutti i diritti di fronte all’onestà e giustizia. Chissà quanto ne sarò orgoglioso aver si bene ornato la mia casa colla bella mia dolce, buona Mariuccia!........ quanta felicità le pare?......
Pel momento stiamo rassegnati al dovere e a guerra finita ci accamperemo i ns. sacri diritti…..per appagare i miei desideri non ci vorrebbe altro che l’unione ns. null’altro chiederei. Sin da quando la conobbi, ben s’intende sempre per corrispondenza, il mio povero vergine cuore non pensa altro che la buon Mariuccia, quanti scalpiti!.....vorrei averla vicino per esternarle meglio le mie idee i miei progetti e per darle dietro suo……consenso un infinità di…….bacioni.
Io non vivo che per Lei sola, Lei è tutto per me, è l’alimento della mia vita, è conforto, è ardente amore, quanto bramo di vederla!...
Sentitamente la ringrazio per le sue buone preghiere.
Mio cugino che trovasi con suo fratello è ora prigionieri in Ungheria.


Purtroppo la lettera non giunge a conclusione e, inoltre, si concludono anche gli scritti giunti fino a noi.
Dalle lettere inoltre non emerge mai il cognome di Mario, quindi non sappiamo se sia sopravvissuto agli ultimi mesi del conflitto e sia finalmente riuscito a riunirsi alla sua adorata Mariuccia.
Però c'è ancora una speranza di svelare l'identità del protagonista perchè su un paio di buste in cui viaggiarono le lettere si vede il cognome ma, purtroppo, risulta malamente scritto e di difficile lettura e, quindi, chiediamo il vostro aiuto per identificare questo giovane bersagliere:





A cura di A.E.A.

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AGGIORNAMENTO DEL 29/09/2015

Siamo riuscito a dare un nome all mittente: MARIO TORNAGHI. Altre informazioni le trovate sempre sul blog a questo indirizzo: http://antologiamilitare.blogspot.it/2015/09/mario-e-maria-aggiornamento-per.html

Bibliografia:
Riassunti Storici dei Corpi e Comandi nella guerra 1915 - 1918 , Roma - Libreria dello Stato